Back in business

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E rieccoci qui, dopo quasi più di un mese riesco finalmente a riprendere un pochino in mano le redini del mio piccolo spazio. Il buco non è stato tappato, si è solo spostato dalla nordica Città per tornare nel suo luogo d’origine; ma per quanto il ritorno alla Contea possa essere stato una ventata d’aria fresca per lo spirito e per il corpo il trasloco e la creazione di un nuovo spazio sono sempre caotici e stressanti, soprattutto quando i cambiamenti sono molti e repentini. Passare infatti da un giorno all’altro dal vivere nel tuo appartamentino sistemato e addobbato a tuo gusto seguendo la tua perfetta e stabile routine all’avere i tuoi oggetti dislocati in più appartamenti e iniziare un lavoro a tempo pieno che lascia veramente poco spazio per coltivare i tuoi vari hobbies è stato un pochino traumatico, devo ammetterlo. Già appena arrivati, durante i primi giorni di trasloco, siamo stati risucchiati nel vortice della creazione del nuovo buco; abbiamo passato così tanto tempo tra mobili legnosi e cucine componibili che non ero più così tanto sicura di quale fosse casa mia in realtà: se  il posticino sùsù sulle montagne o il gigantesco magazzino dell’Ikea; ed il lavoro non è ancora finito. Per completare tutto, decorazioni e rifiniture a parte, manca solo la cucina, il che è abbastanza un dramma visto che per me è assolutamente la parte più importante della casa, ma per ora posso ritenermi più che contenta del nostro nuovo buchino, tutto legnoso e pieno di libri.

L’altro grosso cambiamento è stato l’entrare nel mondo del lavoro a tempo pieno senza ricoprire la carica di dipendente, non ci sono cartellini da timbrare né tanto meno orari fissi e prestabiliti di servizio; gli orari variano, sono lunghi e le responsabilità sono tante, ma non lavori per nessun capo se non per te stesso, e questo basta a ripagare i vari sacrifici, non mastodontici sia chiaro, ma già avere solo la mattinata libera per poterti dedicare a tutti i tuoi interessi (incastrandoci a forza anche le cose obbligatorie da fare come le pulizie o la lavatrice!) è una faccenda abbastanza noiosa. Ma alla fine, mi dico, è solo un fatto di organizzazione, probabilmente con il passare del tempo, quando altri tasselli saranno andati finalmente al loro posto, allora sarà più facile e riuscirò, devo riuscirci, a coltivare i miei hobbies, a leggere, a cucinare le cose che mi piacciono, a dedicarmi a pieno all’attività fisica, a visitare la mia bella regione in lungo e in largo, a prendere il tè sul divano, ma soprattutto a vedere i miei cari amici, che, nonostante sia a casa da quasi un mese, non sono ancora riuscita ad abbracciare a dovere.

I cambiamenti sono tanti e anche il non poter più cucinare i miei veggie-piatti nella mia piccola cucina (almeno per ora) è terribilmente destabilizzante, ma anche questa è solamente una cosa passeggera, bisogna solo avere pazienza e  non panicare, anche perché, piano piano, sto costruendo un veggie menu anche per il ristorante, quindi le cose da fare e le sperimentazioni culinarie non mancano, anche se vengono fatte in una cucina più grossa (ci son certi fornelloni che non vi immaginate!!!).

Per concludere, visto che mi sono dilungata anche troppo, volevo condividere un plum cake uscito quasi per caso, nato dall’ispirazione sortita da un sacchettino d’uvetta che occhieggiava dallo scaffale dei dolci e dalla giornata uggiosa, quando un dolcino bello morbidoso servito con una tazza di tè fumante è d’obbligo. La preparazione è vegetariana, visto che tra gli ingredienti è presente la ricotta ma è perfettamente veganizzabile sostituendola con il tofu, una bontà unica anche nelle preparazioni dolci!

 

Ingredienti

120 g di farina integrale

30 g di maizena

50 g di farina tipo 1

250 g di ricotta o di tofu

100 g di zucchero grezzo di canna

125 g di uvetta

90 ml di rum

50 ml di olio evo

1 bustina di lievito

latte di soia

Un po’ di tempo prima mettere a bagno una parte dell’uvetta nel rum e il resto dentro l’acqua calda, in modo che si gonfi bene. Sbattere poi con cura la ricotta o il tofu con lo zucchero fino a creare una crema e aggiungere pian piano l’olio sempre mescolando. Aggiungere poi l’uvetta strizzata e il rum, e di seguito, poco alla volta le due farine e la maizena, sempre mescolando bene. Per ultimo completare con la bustina di lievito e aggiustare la consistenza con l’aggiunta di latte di soia. Rivestire un piccolo stampo da plum cake di carta da forno e infornare a 170°-180° per 40 minuti circa, controllando sempre l’avanzamento della cottura, anche se questo dolcino rimane molto morbido dentro, quindi non preoccupatevi se lo stecchino rimane umidino. Sfornato il dolce lasciar raffreddare e nel frattempo mettere su una bella tinozza di tè al limone, buon pomeriggio :)

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